Prima generazione: Tra i passi dei viandanti

La storia della nostra attività ha inizio ai piedi di un monte, introduzione non scontata in questo caso, data la rappresentazione legata al nome della nostra terra, il Piemonte.

Locana Canavese, comune montano in provincia di Torino, è il luogo in cui una giovane coppia, Maria Bertoldo e Orso Noire, decidono di intraprendere un viaggio che darà inizio ad una lunga e solida tradizione familiare.

Maria e Orso, novelli sposi, sono due persone estremamente intraprendenti ed entrambe votate alle loro arti, Orso è un abile stagnino, o magnano (artigiano/riparatore itinerante specializzato in utensili in metallo, com’era tradizione nelle terre montane), mentre Maria è invece un’ottima tessitrice e produttrice delle proverbiali “pezze” di stoffa, quest’ultime protagoniste della nostra tradizione. La passione e la determinazione non mancano di certo ai giovani coniugi, ma purtroppo le vallate montane di quei tempi non offrono grosse opportunità così, a malincuore, avvertono l’esigenza di emigrare dal loro paese d’origine, in cerca di luoghi di maggior rilievo commerciale.

E’ il 1860, quando Maria Bertoldo, Orso Noire e le loro figlie raggiungono Canelli, comune situato nel sud della provincia di Asti e secondo della stessa provincia per importanza commerciale grazie alle fortune del paese ottenute in campo enologico legate al Moscato d’Asti e all’Asti spumante. Il miglioramento è immediato e tangibile, Orso e Maria riescono in breve tempo ad aprire una piccola bottega in via Alfieri dove poter offrire i prodotti dei rispettivi mestieri.

Ci vorrà poco tempo per far sì che i Noire entrino a far parte del sistema comunitario canellese e consolidino così la loro attività.

Seconda generazione: Dieci pezze ed un carretto

Tra le figlie dei coniugi Noire ce n’è una in particolare che sembra ereditare la passione per le stoffe, e che già eredita il nome della madre, questa è Maria.

Maria Noire cresce infatti imparando l’arte della lavorazione delle stoffe dalla madre nella bottega di famiglia ed è in questo periodo, al termine dell’adolescenza, che incontra Enrico Fenoglio, suo futuro marito, che intraprenderà con lei l’attività legata al mondo dei tessuti.

Dal momento in cui la famiglia Noire si è stabilita a Canelli, la bottega ha ottenuto buoni profitti, guadagnando una situazione economicamente stabile, che permette ai coniugi Orso e Maria di poter elargire all’ormai genero Enrico Fenoglio una dote per il matrimonio con la figlia Maria Noire nel 1915, la dote consiste in una decina di pezze di stoffa ed un carretto. Il contributo dei suoceri Noire apre così una nuova opportunità commerciale per Enrico e Maria, quella della vendita itinerante delle stoffe nei mercati, realtà molto affermata in quegli anni ed in rapida ascesa.

I giovani sposi, Enrico e Maria, imparano velocemente ad acquisire nuove capacità per il trasporto e la commercializzazione delle stoffe, compongono così il classico “fagotto” e si organizzano per raggiungere i punti nevralgici del commercio (Asti; Alessandria; Alba) con lunghi viaggi in treno o con passaggi di fortuna da parte dei membri della comunità canellese meglio attrezzati per lunghi viaggi quotidiani.

Dopo aver ottenuto abbastanza ricavi dalla vendita nei mercati, anche per i coniugi Fenoglio arriva il momento di stabilirsi in un punto vendita fisso, investono quindi parte dei ricavi nell’apertura di un primo negozio a Canelli in via XX settembre, luogo in cui vedono aumentare i guadagni fin da subito potendosi permettere, poco dopo, l’acquisto di due locali contigui siti nel pieno centro del paese, in piazza Cavour, quei locali, uniti insieme, danno vita allo storico ed attuale negozio dell’attività, il vero e proprio quartier generale.

Terza generazione: Qualche abito in più

Si apre la terza generazione dell’attività, che vede protagoniste le figlie di Enrico e Maria, le giovani Margherita “Rita” e Adele Fenoglio, in particolare, Rita , si dimostrerà caparbia e progressista.

Già nei suoi primi anni di attività, dimostra di avere uno spirito imprenditoriale tale da proporre una differente offerta al cliente: dai tessuti sfusi al diretto confezionamento di abiti, variazione che prenderà piede di lì a breve in tutta Europa. Inizialmente l’idea di Rita del confezionamento si scontra con lo scetticismo del padre Enrico, che teme di dover fare fronte ad un eccessivo scarto di materiale, tuttavia la sua intuizione si rivela essere convincente e strategica per l’avvenire, tanto da rivoluzionare il volto dell’attività, rendendola ciò che è oggi.

Sebbene inizialmente inconsapevole, Rita accompagnerà il negozio nei suoi anni più delicati e bui, che travolgeranno l’intero settore tessile, si fanno infatti sentire, in quegli anni, le conseguenze della crisi economica generata dal primo conflitto mondiale e dall’entrata del paese nel secondo conflitto mondiale, di lì a poco. La crisi economica nazionale, rende i materiali pregiati per le stoffe un appannaggio di pochi, mentre si diffondono per lo più i materiali di recupero (lana riciclata, sughero), in quel contesto, l’impegno e il sacrificio di Rita per mantenere un’offerta di alta qualità è massimo.

Nell’immediato dopoguerra, Rita, ormai in grado di gestire il negozio in autonomia, conosce Italo, suo futuro marito, che da buon spasimante cerca di attirare le sue attenzioni recandosi più volte in negozio per l’acquisto di un abito con una frequenza a dir poco insolita per quegli anni, fino a riuscire a fare il primo passo; Italo, impiegato comunale meticoloso e appassionato di letteratura, rimarrà a fianco di Rita, sostenendola per tutto il suo periodo di attività in negozio.

Dal matrimonio di Italo e Rita, nascono Sauro ed Enrico, ma sarà Enrico a ereditare la passione per i tessuti e l’abbigliamento da Rita e ad aggiungere un ulteriore elemento avveniristico al volto dell’impresa familiare che vivrà con lui, la quarta generazione di attività.

Quarta generazione - Sartorialità contemporanea italiana

Enrico, attuale proprietario e gestore dell’attività, nasce ad Ottobre del 1961, in infanzia sviluppa fin da subito una particolare curiosità per il mestiere di famiglia, adora trascorrere in negozio il tempo libero ad aiutare la mamma Rita e la zia Adele.

L’interesse di Enrico per l’abbigliamento raggiunge il suo massimo quando comincia a visitare i saloni della moda di Torino, insieme alla madre.

Con l’Expo del 1911 ed il lussuoso padiglione dedicato alla moda, Torino si consacra polo della moda e della sartoria italiana, al pari della vicina Parigi; dopodiché, nel 1935, in città si apre la sede dell’Ente Nazionale della Moda e, nel novembre del 1950, nasce il Samia, il primo salone della moda italiana. Il Samia rappresenta una manifestazione unica in Italia e riscuote un grande successo, fino alla sua chiusura nel 1977, anno in cui, il titolo di “capitale della moda” passa a Milano.

Dal 1971 (a soli 10 anni) al 1977, Enrico frequenta regolarmente il Samia, rimanendo completamente immerso ed affascinato da quel mondo che ai suoi occhi sembra quasi magico, ma ancor più importante, si rende conto che la forza di quel settore risiede nell’abilità sartoriale, non solo nell’originalità, in un’eccellenza artigiana che può vantare grande prestigio in tutto il mondo.

Enrico entra così negli anni ’80, forte di una grande passione e di un’attenta formazione per la moda prêt-à-porter e con una forte tradizione familiare basata sulle stoffe e sui tessuti di qualità, la sua strada è ormai tracciata, apre infatti una sua prima e piccola attività di abbigliamento uomo nel 1981 in Via Cassinasco a Canelli che lo aiuterà a farsi “le ossa” e a comprendere a pieno tutti gli aspetti positivi e negativi legati al mestiere del commerciante, porterà avanti quell’attività fino al 1985, anno in cui, a seguito del ritiro in pensione di Adele, subentra nello storico negozio di famiglia in piazza Cavour, coadiuvato dalla madre Rita.

Sotto la gestione di Enrico, il negozio subisce costanti miglioramenti, con l’obiettivo di poter fornire al cliente il massimo dell’esperienza maturata, il miglior connubio tra proposta di moda e critica professionale sulla scelta dei tessuti e sulla loro qualità.

A distanza di dieci anni dall’ingresso nel mondo dell’abbigliamento, Enrico genera tre figli: Cristina, Alberto e Daniele.

Quinta generazione - Ho messo “mi piace” alla tua storia
foto fratelli salsi

Sebbene sia impossibile raccontare una storia non ancora scritta, è giusto attenzionare l’entusiasmo e le prospettive future!

Si è venuto a creare un vero e proprio staff, con Cristina, Alberto e Daniele che, sebbene abbiano preso altre strade, sono impegnati a modo loro a lanciare l’attività in modo da proiettarla nelle sfide future, con intraprendenza e spirito di iniziativa, sfruttando i nuovi mezzi e le novità per seguire la mission di Enrico Moda Uomo: offrire sempre il miglior servizio ed il massimo dell’esperienza, aiutando il cliente ad essere la migliore versione di sé.

Non vediamo l’ora di condividere con voi i prossimi traguardi!

Prima generazione: Tra i passi dei viandanti

La storia della nostra attività ha inizio ai piedi di un monte, introduzione non scontata in questo caso, data la rappresentazione legata al nome della nostra terra, il Piemonte.

Locana Canavese, comune montano in provincia di Torino, è il luogo in cui una giovane coppia, Maria Bertoldo e Orso Noire, decidono di intraprendere un viaggio che darà inizio ad una lunga e solida tradizione familiare.

Maria e Orso, novelli sposi, sono due persone estremamente intraprendenti ed entrambe votate alle loro arti, Orso è un abile stagnino, o magnano (artigiano/riparatore itinerante specializzato in utensili in metallo, com’era tradizione nelle terre montane), mentre Maria è invece un’ottima tessitrice e produttrice delle proverbiali “pezze” di stoffa, quest’ultime protagoniste della nostra tradizione. La passione e la determinazione non mancano di certo ai giovani coniugi, ma purtroppo le vallate montane di quei tempi non offrono grosse opportunità così, a malincuore, avvertono l’esigenza di emigrare dal loro paese d’origine, in cerca di luoghi di maggior rilievo commerciale.

E’ il 1860, quando Maria Bertoldo, Orso Noire e le loro figlie raggiungono Canelli, comune situato nel sud della provincia di Asti e secondo della stessa provincia per importanza commerciale grazie alle fortune del paese ottenute in campo enologico legate al Moscato d’Asti e all’Asti spumante. Il miglioramento è immediato e tangibile, Orso e Maria riescono in breve tempo ad aprire una piccola bottega in via Alfieri dove poter offrire i prodotti dei rispettivi mestieri.

Ci vorrà poco tempo per far sì che i Noire entrino a far parte del sistema comunitario canellese e consolidino così la loro attività.

skyline Locana Cavase
lavorazione del rame

Seconda generazione: Dieci pezze ed un carretto

foto di alcune pezze

Tra le figlie dei coniugi Noire ce n’è una in particolare che sembra ereditare la passione per le stoffe, e che già eredita il nome della madre, questa è Maria.

Maria Noire cresce infatti imparando l’arte della lavorazione delle stoffe dalla madre nella bottega di famiglia ed è in questo periodo, al termine dell’adolescenza, che incontra Enrico Fenoglio, suo futuro marito, che intraprenderà con lei l’attività legata al mondo dei tessuti.

Dal momento in cui la famiglia Noire si è stabilita a Canelli, la bottega ha ottenuto buoni profitti, guadagnando una situazione economicamente stabile, che permette ai coniugi Orso e Maria di poter elargire all’ormai genero Enrico Fenoglio una dote per il matrimonio con la figlia Maria Noire nel 1915, la dote consiste in una decina di pezze di stoffa ed un carretto. Il contributo dei suoceri Noire apre così una nuova opportunità commerciale per Enrico e Maria, quella della vendita itinerante delle stoffe nei mercati, realtà molto affermata in quegli anni ed in rapida ascesa.

I giovani sposi, Enrico e Maria, imparano velocemente ad acquisire nuove capacità per il trasporto e la commercializzazione delle stoffe, compongono così il classico “fagotto” e si organizzano per raggiungere i punti nevralgici del commercio (Asti; Alessandria; Alba) con lunghi viaggi in treno o con passaggi di fortuna da parte dei membri della comunità canellese meglio attrezzati per lunghi viaggi quotidiani.

Dopo aver ottenuto abbastanza ricavi dalla vendita nei mercati, anche per i coniugi Fenoglio arriva il momento di stabilirsi in un punto vendita fisso, investono quindi parte dei ricavi nell’apertura di un primo negozio a Canelli in via XX settembre, luogo in cui vedono aumentare i guadagni fin da subito potendosi permettere, poco dopo, l’acquisto di due locali contigui siti nel pieno centro del paese, in piazza Cavour, quei locali, uniti insieme, danno vita allo storico ed attuale negozio dell’attività, il vero e proprio quartier generale.

Terza generazione: Qualche abito in più

Si apre la terza generazione dell’attività, che vede protagoniste le figlie di Enrico e Maria, le giovani Margherita “Rita” e Adele Fenoglio, in particolare, Rita , si dimostrerà caparbia e progressista.

Già nei suoi primi anni di attività, dimostra di avere uno spirito imprenditoriale tale da proporre una differente offerta al cliente: dai tessuti sfusi al diretto confezionamento di abiti, variazione che prenderà piede di lì a breve in tutta Europa. Inizialmente l’idea di Rita del confezionamento si scontra con lo scetticismo del padre Enrico, che teme di dover fare fronte ad un eccessivo scarto di materiale, tuttavia la sua intuizione si rivela essere convincente e strategica per l’avvenire, tanto da rivoluzionare il volto dell’attività, rendendola ciò che è oggi.

Sebbene inizialmente inconsapevole, Rita accompagnerà il negozio nei suoi anni più delicati e bui, che travolgeranno l’intero settore tessile, si fanno infatti sentire, in quegli anni, le conseguenze della crisi economica generata dal primo conflitto mondiale e dall’entrata del paese nel secondo conflitto mondiale, di lì a poco. La crisi economica nazionale, rende i materiali pregiati per le stoffe un appannaggio di pochi, mentre si diffondono per lo più i materiali di recupero (lana riciclata, sughero), in quel contesto, l’impegno e il sacrificio di Rita per mantenere un’offerta di alta qualità è massimo.

Nell’immediato dopoguerra, Rita, ormai in grado di gestire il negozio in autonomia, conosce Italo, suo futuro marito, che da buon spasimante cerca di attirare le sue attenzioni recandosi più volte in negozio per l’acquisto di un abito con una frequenza a dir poco insolita per quegli anni, fino a riuscire a fare il primo passo; Italo, impiegato comunale meticoloso e appassionato di letteratura, rimarrà a fianco di Rita, sostenendola per tutto il suo periodo di attività in negozio.

Dal matrimonio di Italo e Rita, nascono Sauro ed Enrico, ma sarà Enrico a ereditare la passione per i tessuti e l’abbigliamento da Rita e ad aggiungere un ulteriore elemento avveniristico al volto dell’impresa familiare che vivrà con lui, la quarta generazione di attività.

rita e adele fenoglio
rita fenoglio
rita fenoglio profilo
foto rita fenoglio

Quarta generazione - Sartorialità contemporanea italiana

foto profilo enrico
foto profilo 3 Enrico

Enrico, attuale proprietario e gestore dell’attività, nasce ad Ottobre del 1961, in infanzia sviluppa fin da subito una particolare curiosità per il mestiere di famiglia, adora trascorrere in negozio il tempo libero ad aiutare la mamma Rita e la zia Adele.

L’interesse di Enrico per l’abbigliamento raggiunge il suo massimo quando comincia a visitare i saloni della moda di Torino, insieme alla madre.

Con l’Expo del 1911 ed il lussuoso padiglione dedicato alla moda, Torino si consacra polo della moda e della sartoria italiana, al pari della vicina Parigi; dopodiché, nel 1935, in città si apre la sede dell’Ente Nazionale della Moda e, nel novembre del 1950, nasce il Samia, il primo salone della moda italiana. Il Samia rappresenta una manifestazione unica in Italia e riscuote un grande successo, fino alla sua chiusura nel 1977, anno in cui, il titolo di “capitale della moda” passa a Milano.

Dal 1971 (a soli 10 anni) al 1977, Enrico frequenta regolarmente il Samia, rimanendo completamente immerso ed affascinato da quel mondo che ai suoi occhi sembra quasi magico, ma ancor più importante, si rende conto che la forza di quel settore risiede nell’abilità sartoriale, non solo nell’originalità, in un’eccellenza artigiana che può vantare grande prestigio in tutto il mondo.

Enrico entra così negli anni ’80, forte di una grande passione e di un’attenta formazione per la moda prêt-à-porter e con una forte tradizione familiare basata sulle stoffe e sui tessuti di qualità, la sua strada è ormai tracciata, apre infatti una sua prima e piccola attività di abbigliamento uomo nel 1981 in Via Cassinasco a Canelli che lo aiuterà a farsi “le ossa” e a comprendere a pieno tutti gli aspetti positivi e negativi legati al mestiere del commerciante, porterà avanti quell’attività fino al 1985, anno in cui, a seguito del ritiro in pensione di Adele, subentra nello storico negozio di famiglia in piazza Cavour, coadiuvato dalla madre Rita.

Sotto la gestione di Enrico, il negozio subisce costanti miglioramenti, con l’obiettivo di poter fornire al cliente il massimo dell’esperienza maturata, il miglior connubio tra proposta di moda e critica professionale sulla scelta dei tessuti e sulla loro qualità.

A distanza di dieci anni dall’ingresso nel mondo dell’abbigliamento, Enrico genera tre figli: Cristina, Alberto e Daniele.

Quinta generazione - Ho messo “mi piace” alla tua storia

Sebbene sia impossibile raccontare una storia non ancora scritta, è giusto attenzionare l’entusiasmo e le prospettive future!

Si è venuto a creare un vero e proprio staff, con Cristina, Alberto e Daniele che, sebbene abbiano preso altre strade, sono impegnati a modo loro a lanciare l’attività in modo da proiettarla nelle sfide future, con intraprendenza e spirito di iniziativa, sfruttando i nuovi mezzi e le novità per seguire la mission di Enrico Moda Uomo: offrire sempre il miglior servizio ed il massimo dell’esperienza, aiutando il cliente ad essere la migliore versione di sé.

Non vediamo l’ora di condividere con voi i prossimi traguardi!

foto fratelli salsi
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